- Apple ha messo a segno il miglior
trimestre di sempre, Facebook ha superato le attese per il settimo mese
consecutivo. Microsoft perde il 10% dell’utile netto, Samsung soffre
Cupertino e registra il primo calo dell’utile dal 2011. Twitter
riscontra invece un rallentamento della crescita degli utenti.
E Google?
Rallenta la crescita quel tanto che basta per preoccupare gli analisti.
In tutto ciò Amazon ringrazia Prime. Sono queste le principali
dinamiche dei colossi del mercato dell’elettronica e dell’informatica. I numeri presentati da Cupertino sono strabilianti. Il primo
trimestre dell’anno fiscale 2015 ha mostrato profitti in crescita a 18
miliardi di dollari (contro i 13,1 dello stesso periodo dello scorso
anno), battendo il colosso del gas russo Gazprom che fino ad oggi, con
16,04 miliardi, deteneva il record mondiale. I ricavi sono invece
rimbalzati a 74,6 miliardi di dollari, mentre lo scorso anno si
fermarono a 57,6. La spinta vera e propria è arrivata dal mercato cinese
dove l’Apple ha venduto il 36% di tutti gli iPhone messi sul mercato,
contro il 24% immesso su quello statunitense. In totale, e solo nel
primo trimestre fiscale, la casa della mela ha venduto 74,5 milioni di
smartphone. Gli iPad venduti sono stati 21,4 milioni, mentre gli iMac
5,5 milioni. Una serie di risultati che ha consentito al titolo di Apple
di rimbalzare di circa il 6%, superando i 115 dollari per azione.
Le vendite hanno consentito ad Apple di raggiungere e condividere con
Samsung la vetta della classifica dei più grandi produttori di
smartphone al mondo. La casa coreana ha infatti perso verve passando
dagli 86 milioni di dispositivi venduti lo scorso anno ai 74,5 milioni
odierni. Nel corso dell’anno appena chiuso la Samsung Elettronics ha
registrato un calo del 26,8% dell’utile netto, a 18,9 miliardi di
dollari (come già detto si tratta del primo calo dal 2011). Al termine
del quarto trimestre i dati hanno mostrato un calo del 27% dell’utile
netto, a 4,3 miliardi di dollari, i ricavi sono invece scesi dell’11% a
42 miliardi di euro facendo perdere, sul listino di Seoul, al titolo
l’1,31%.
Veniamo ora a Microsoft. Il gigante di Redmond nell’ultimo trimestre, fresco dell’annuncio di Windows 10 e degli Hololens,
ha riportato un calo del 10% dell’utile netto, a 5,86 miliardi di
dollari, e una crescita dell’8% dei ricavi, a 26,4 miliardi di dollari.
Le notizie migliori arrivano dalla divisione dispositivi e consumatori,
per la quale i profitti sono saliti dell’8% arrivando a 12,9 miliardi di
dollari. Solo i ricavi di Surface (la serie di ultra) sono cresciuti
del 24% a 1,1 miliardi di euro. Per quanto, ad oggi, i ricavi generati
dal cloud rappresentano solo il 5% dei ricavi totali, la crescita
nell’ultimo trimestre è stata del 114%, tanto da far pensare che, un
domani, il cloud possa diventare il fulcro economico dell’azienda.
Qualcosa come 1,39 miliardi di utenti attivi, di cui 1,29 miliardi
accedono da dispositivi mobile, senza contare i 700 milioni di gruppi, i
700 milioni utenti di WhatsApp, i 500 milioni di Messenger e i 300
milioni di Instagram. Sono solo alcuni dei numeri incredibili del social
network di Mark Zuckerberg. Facebook, grazie alla pubblicità su mobile,
ha infatti superato le attese per il settimo mese consecutivo: l’utile
netto è cresciuto del 34% rispetto al 2013, portandosi a 1,5 miliardi di
dollari, mentre i ricavi sono lievitati del 49%, a 3,85 miliardi di
dollari. Solo l’advertising (appunto la pubblicità) ha fruttato al
colosso il 69% dei ricavi totali. Da notare, però , come siano
lievitate anche le spese. Il raddoppio degli investimenti in ricerca e
sviluppo ha fatto aumentare le uscite dell’87% portandole a 2,72
miliardi di dollari.
Diversa la situazione in casa Twitter per il quale, gli ultimi dati,
indicano un rallentamento nella crescita degli utenti attivi ma un forte
aumento delle entrate da pubblicità da mobile. Mentre gli utenti sono
cresciuti del 23%, rallentando rispetto al 24% dello stesso periodo
dello scorso anno, il fatturato pubblicitario da dispositivi mobili è
cresciuto del 70% nell’arco dei dodici mesi, andando a rappresentare
l’85% dell’intero fatturato da pubblicità.
Nonostante una crescita del giro d’affari del 15%, a 18,1 miliardi di
dollari, Google ha deluso le attese tanto da far giudicare i dati come
“preoccupanti” dagli analisti. Le previsioni indicavano infatti un +20% e
la frenata ha fatto scendere il titolo del 3% nel after hour. Gli utili
sono invece saliti del 40% a 4,76 miliardi di dollari (di conseguenza
gli utili per azione si sono attestati a 6,88 dollari). Le uscite sono
state il 37% delle entrate (6,78 miliardi di dollari) e in particolare
gli investimenti in ricerca e sviluppo sono cresciuti del 46%, toccando i
2,81 miliardi di dollari.
Amazon ha invece battuto le attese presentando un calo degli utili
più lieve del previsto (a 214 milioni di dollari) e una crescita del 15%
dei ricavi (a 29,3 miliardi di dollari). Il merito è di Prime, (il
servizio in abbonamento del gigante dell’e-commerce che, con un costo di
9,90 all’anno, permette di azzerare i costi per le spedizioni 2-3
giorni) che ha visto crescere il numero degli utenti del 53%.
Fonte: tgcom24
Nessun commento:
Posta un commento